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[Il Picchio De Cicco] CARDITO, i “soggetti politici” non si lascino condizionare dalla gestione. Nuova stagione alle porte

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CARDITO – Adesso si inizia a fare sul serio. Lo hanno deciso i “soggetti politici” della città. In questo clima di strumentalizzazioni, offese e fango, davanti ad un palcoscenico mediocre di burattini e pedine, risulta difficile mettere su carta delle riflessioni capaci di lasciare un segno nell’opinione pubblica ben oltre la cappa di fumo rappresentata dalle polemiche delle ultime ore su staffisti, sprechi e personalismi esasperati su chi ce l’ha più grosso. Fumo, solo fumo. Proviamo ad andare oltre.
La partita si fa seria perché lo hanno deciso dopo due anni di “governo Cirillo”, come scritto, i “soggetti politici”. Non gli “aggregati” e nemmeno la prima “linea” da sacrificare sul campo e lanciata allo sbaraglio per aprire le danze. I soggetti politici sono quelli che incidono nei processi decisionali; sono quelli che aspirano a ruoli apicali; sono quelli che incidono anche senza posizioni o incarichi. Loro, proprio loro, hanno deciso che è arrivata l’ora di iniziare lo scontro proiettato al futuro. Non sugli staffisti o sull’efficienza amministrativa. E nemmeno sulla programmazione. Quando parlano di questa roba qui diventa “fumo” per colpire solo l’opinione pubblica rispetto ad obiettivi politici di diversa natura. La partita, come detto, è tutta politica. L’obiettivo resta il sindaco Giuseppe Cirillo.

C’è una parte che ha subito la sua seconda rielezione. E visto che nel primo mandato il sindaco in carica è stato spedito a casa dopo appena due anni di governo, la legge gli consente di ricandidarsi ancora e di puntare al “dodicennio”. E il punto è tutto qui. Al terzo anno di amministrazione, che inizia a settembre, i tempi sono maturi per mettere la “testa fuori” ed iniziare a parlare di successione. Almeno tutti coloro che hanno cercato di organizzargli un’alternativa e poi, quando hanno preso atto del loro fallimento una settimana prima del voto, sono saliti sul carro del vincitore. E l’errore di Cirillo è stato proprio quello. Imbarcare soggetti politici che non credevano nel suo progetto politico e amministrativo e non gli hanno mai riconosciuto la leadership in niente. Questa è acqua passata. E lo si poteva anche giustificare sperando in un patto generazionale che ponesse Cardito al centro visto che in venti anni di amministrazione l’hanno messo in ginocchio. Alla prova dei fatti non è stato così e la maggioranza viaggia sul doppio binario. Due i gruppi in campo entrambi con le idee chiare. C’è chi punta al “dodicennio Cirillo” e chi vorrebbe abbattere Cirillo, ereditarne i consensi ed aggregare tutti quelli che oggi sono al fianco del sindaco in carica. Insomma, non esiste un’alternativa alla coalizione esistente. E allora chi cova sogni di gloria punta semplicemente a sostituire la leadership aggregando tutto il resto. E per farlo si mette in campo all’esterno un’azione di continua erosione del primo cittadino, come se tutto fosse colpa sua e il resto non esistesse. Non a caso qualsiasi polemica colpisce sempre Cirillo e al massimo in compagnia di Giovanni Aprovidolo, considerato il vero regista delle due elezioni del sindaco in carica. Gli altri, consiglieri, assessori, politici, è come se non esistessero perché non essendoci un’alternativa al progetto Cirillo chiunque cerca di non inimicarsi quelli che, distrutto il sindaco, torneranno utili per la campagna elettorale. Mentre su piano amministrativo, dall’interno della coalizione, si mettono di continuo ostacoli sul cammino dell’amministrazione per cercarne di bloccarne il corso e ritardare il raggiungimento di obiettivi in modo che i cittadini non percepiscano i cambiamenti dell’era Cirillo che arriveranno nel lungo periodo quando si riuscirà a raccogliere i frutti di quanto seminato in questi ultimi anni.
Questo il contesto reale. Per carità. Si tratta entrambe di posizione legittime. Con un “però”. E’ vero che in politica la lealtà non fa parte delle regole del gioco ma a questo punto nessuno ha capito perché le parti in campo non assumano posizioni nette e chiare. Ossia, chi lavora ad un’alternativa di governo si metta di fronte senza condizionare in negativo l’amministrazione perché Cardito non può essere sacrificato sull’altare degli interessi personali. Questo ragionamento, che fila sulla carta, in realtà ha un limite per i “nemici” del primo cittadino: Cirillo, nonostante tutto, è ancora forte e nelle forze che vorrebbero sostituire la leadership ci sono ancora troppi aspiranti candidati a sindaco. E quindi si resta comunque agganciati al carrozzone del sindaco anche perché nella logica carditese perdere il contatto con la gestione significa perdere posizioni di governo e quindi perdere ancora consensi. E senza gestione ci sono gruppi che “non cantano messe”. E su questa contraddizione Cardito va avanti con la marcia ridotta. Tanto è stato fatto ma si poteva e si può fare di più se si riuscisse a fare chiarezza. Ne guadagnerebbero tutte le parti in campo che vogliono giocarsi partite diverse e magari hanno pure un’idea di città diversa.
Quindi, se non è per motivi di gestione e di clientele, perché restare a tutti i costi insieme quando si viaggia in direzioni opposte? E per nascondere questa contraddizione, e allo stesso tempo per avallare le strategie diverse, si è costretti ad alimentare fango, sotterfugi, a tirare colpi alle spalle, a mettere sgambetti. Insomma, la peggiore politica possibile a “volto coperto” e con pugnalate alle spalle.
E, giusto ribadirlo, il riferimento non è affatto alle pedine che i cittadini vedono in campo nelle polemiche sterili delle ultime settimane. Quelle o in maggioranza o all’opposizione non fanno testo. Restassero dove vogliono. Non incidono e non inciderebbero né da un lato né dall’altro. Il mio ragionamento, sottile, va dritto ai “soggetti politici specializzati in questi due anni nel “fuoco amico”.
Il sipario si è alzato alle ultime elezioni ed è durato due anni. Un teatro arrivato ai titoli di coda perché da quanto sta accadendo in queste ore, chi legge la politica ha capito che la “prima linea” è stata lanciata al massacro e quindi da qui a poco ci saranno degli stravolgimenti seri che potranno solo favorire quella chiarezza e quella lealtà che fino ad oggi è mancata. Non una divisione tra “buoni” e “cattivi”. Questa è roba per le tifoserie o al massimo per i prezzolati travestiti da cronisti col fucile carico di fango. Qui il discorso è diverso. Prendere coscienza che vi sono gruppi politici con obiettivi diversi, con un’idea di città diversa, con un’idea dell’amministrazione diversa, con un’idea su come spendere i soldi pubblici diversa e collocazione politica diversa. Ed è giusto che si misurino sul campo, mettendoci la faccia e soprattutto le idee da posizioni frontali. A viso aperto e restando sui contenuti, facendo tornare in tribuna una prima linea di scarsa qualità, senza doti morali e senza titoli per parlare visto quello che hanno combinato negli anni di vita pubblica pensando solo all’interesse personale e al loro portafogli.
Adesso i soggetti politici, alcuni anche fuori dal Consiglio, e ne sono parecchi (forse le migliori espressioni della locale classe dirigente fatte le dovute eccezioni), devono metterci la faccia e misurare i rispettivi itinerari sul campo e su quanto sia radicata la proposta politica e amministrativa. Vincere facile e poi mostrare i muscoli è roba da spiantati, da impotenti. Le battaglie costano sacrifici ma quando poi si vince il gusto è sicuramente diverso, il sapore è molto più dolce rispetto ad una partita rubata o frutto di un imbroglio. E si riesce pure a produrre di più per la collettività che spesso viene dimenticata.
Cirillo deve avere la possibilità di esprimere quello che ha in testa, senza mediazioni al ribasso e mettendo in campo tutti quelli che ci hanno creduto sin dalla prima ora perché lo considerano il leader politico dell’alleanza, perché lo considerano il sindaco di Cardito scelto sulla base di un programma con valori certi e obiettivi chiari, in tutti i settori. Chi vuole fare altro, uscisse allo scoperto e mostrasse all’opinione pubblica i reali motivi del dissenso e dicesse chiaramente cosa propone, qual è la classe dirigente che intende presentare alla città e da quali valori intende ripartire.
Perché Cardito non può più essere ostaggio di affaristi, come accaduto in passato, ma nemmeno della mediocrità più strisciante, subdola ed interessata.
L’ultimo appunto riguarda il presidente del Consiglio Nunziante Raucci. Messo ancora una volta ingiustamente alla gogna. Un’aggressione brutta davvero, alle spalle e immotivata. La violenza non è solo quella fisica ma vi sono altre tipologie molto più efficaci, meno plateali con effetti devastanti. Ed è quella che ha colpito il presidente del Consiglio, non oggi ma da mesi. Eppure Raucci è un soggetto che si impegna per i cittadini, gira per gli uffici cercando di risolvere disservizi e far funzionare al meglio la macchina amministrativa. Ma non va bene. Agli altri dà fastidio e quei 600 voti che ottiene ad ogni elezione, senza spendere un euro, rappresentano un macigno per tutti. Anche per chi senza quei 600 voti, da candidato a sindaco, non sarebbe andato nemmeno al ballottaggio quando si è candidato. Magari ci fossero altri Nunzio Raucci. Cardito sarebbe un paese migliore, sicuramente con tonnellate di cemento in meno e qualche servizio in più. E lo dico consapevole che del suo gruppo ho condiviso poco o nulla nel passato e nel presente, ma questo non significa che non si possa dare un giudizio oggettivo su un giovane che ha dedicato una vita a questo maledetto paese.
Guarda caso, molti, in epoche diverse, sono stati eletti presidente del Consiglio, nominati assessori o assunto incarichi nello staff, in gran parte poltronisti senza una vera professione, senza merito, senza qualità e senza idee. Hanno usato il paese come un bancomat per portare casa uno stipendio senza fare nulla. Nessuno si è mai lamentato
Appena sulla sedia del presidente del Consiglio si è seduto Nunzio Raucci inizia la polemica sulla rinuncia delle indennità. E la mette in campo chi non ha mai rinunciato ad un soldo della collettività nella sua vita amministrativa e politica. Gli stessi che in aula hanno indirizzato offese tra le più squallide al presidente che non ha nemmeno replicato. Dimostrando uno stile diverso dalla stragrande maggioranza dei politici locali. Senza repliche, senza querele, senza piagnistei. A Raucci la mia solidarietà servirebbe a poco. Anzi, a nulla. Forse è più importante condannare un metodo in circolazione da vergogna in modo da far capire a chiare lettere che gli agguati alle spalle non fanno paura. Né quelli che ti aggrediscono coi pugni, né quelli che ti infangano alle spalle. Cardito è stato sempre un paese che ha visto, tranne casi isolati, confronti anche duri ma frontali ed a viso aperto. I “cappucci” e gli agguati fanno parte di altri ambienti. Distinti, da sempre, e distanti dalla tradizione carditese.
Ringrazio Minformo e il direttore Mario Abenante per l’opportunità che mi concede di esprimere semplicemente la mia opinione.

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Editoriale

SANT’ANTIMO. É caccia ai Programmi elettorali. In questa classifica Marzocchella ultimo

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SANT’ANTIMO – Più di una settimana dalla presentazione delle liste e quindi dall’ufficialità dell’apertura della campagna elettorale e tutto tace. Dopo il perentorio evento organizzato da Nicola Marzocchella, il silenzio assoluto.

Solo a distanza di una settimana si destano i suoi due competitor e decidono di presentarsi alla piazza. Inizia stasera Domenico Russo e Giovedì toccherà a Massimo Buonanno.

Si spera in una illustrazione di temi e soluzioni perché fin qui di programma davvero se ne é parlato poco.

Deludono le uscite di Marzocchella sotto il profilo programmatico mentre scommette tutto sui numeri. Infatti riempie le piazze, é convinto, come giusto che sia, di vincere con la forza dei numeri ma non é capace di spiegare alla gente le soluzioni che ha in tasca per risolvere i problemi.

Non ne ha. A differenza del suo competitor Buonanno che presenta un booklet patinato illustrato da 28 pagine che sicuramente distribuirà in piazza ai tanti che accorreranno ad ascoltarlo. Nicola Marzocchella, pare quasi si vergogni di mostrare il suo, che campeggia lì sul suo sito internet dove si perde più tempo a leggere il titolo che il contenuto.

Un programma impresentabile, scritto male e rivisto peggio, di tre o quattro paginette al massimo, volendo lo si potrebbe stampare su un Volantino A4 piegato a metà. Ma manco quello hanno avuto il coraggio di fare. All’interno si descrive solo il minimo sindacabile di quello che si vorrebbe fare ma senza illustrare come. A questo punto perché non fare cone Domenico Russo che quasi vorrebbe portare anche il mare a Sant’Antimo?

Peccato per l’amico Marzocchella, era partito col piede giusto e con l’entusiasmo che montava giorno per giorno. Da domenica la sua coalizione é silente e appare sfilacciata, sarà successo qualcosa che é venuto meno durante la presentazione delle liste? Anche perché non saprei cosa debbano raccontare nelle case dei santantimesi dato che non hanno Programma elettorale. Lo scopriremo sicuramente! Intanto ci godiamo questo scontro a distanza dei comizi e poi giudicheremo.

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Caivano

CAIVANO. Accordo tra Ciciliano e i Commissari prefettizi. Ripartiranno i lavori per la manutenzione stradale

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CAIVANO – Un merito va dato ai Commissari di Caivano. Sono i miei più accaniti lettori. Un solo neo, quello che in soccorso a quelli prefettizi deve sempre arrivare quello Straordinario.

Neanche il tempo di sollevare la polemica sulle strade che sembrano groviere e dei fondi vincolati in bilancio pur di costituirsi un alibi per non fare nel mio ultimo editoriale – (leggi qui) – che il Commissario Fabio Ciciliano accoglie le lamentele dei caivanesi e di Minformo e corre ai ripari con un accordo con la Commissione Prefettizia del Comune di Caivano per avviare i lavori di ripristino e manutenzione del manto stradale in città.

Questo il testo del Comunicato Stampa arrivato in redazione pochi minuti fa: “È stata raggiunta un’importante intesa tra il Commissario Straordinario di Caivano, Fabio Ciciliano, e la Commissione Straordinaria del Comune di Caivano, composta da Filippo Dispenza, Simonetta Calcaterra e Maurizio Alicandro, per avviare i lavori di ripristino e manutenzione del manto stradale nella città.

Le attività inizieranno martedì 21 maggio con la riapertura dei cantieri in via Imbriani e via Roma da parte dell’azienda assegnataria dell’appalto, che riprenderà i lavori destinati a terminare entro la fine del mese di luglio.

Nell’ambito dell’accordo per il ripristino e la manutenzione di tratti del manto stradale a Caivano, è stata prevista una nuova assegnazione di lavori da parte del Comune. Questa decisione è stata presa al fine di garantire un intervento completo sulle strade interessate, assicurando il massimo livello di sicurezza e qualità per i cittadini.

Il cronoprogramma dei primi interventi, che partiranno anch’essi martedì 21 maggio, prevede lavori su Viale Necropoli, Via Pesce, Viale Margherita e Corso Umberto, seguiti da interventi sulla Strada Provinciale Sannitica.

Grazie al supporto del Commissario Straordinario di Governo, i lavori di rifacimento delle strade continueranno, coinvolgendo diverse vie cittadine individuate in base a criteri di priorità definiti con la Polizia Municipale. L’obiettivo è completare la manutenzione delle principali arterie stradali entro la fine dell’anno.

L’intesa rappresenta un passo fondamentale per risolvere un problema che ha afflitto la comunità di Caivano per troppo tempo. Tutti gli attori coinvolti esprimono grande soddisfazione per questo risultato, che testimonia l’efficacia della collaborazione istituzionale e l’impegno verso il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.”

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Caivano

CAIVANO. I Commissari pur di non riqualificare la città bloccano tutti i fondi disponibili in bilancio

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CAIVANO – Strane cose succedono in Amministrazione nel comune di Caivano sotto l’egida di Filippo Dispenza e gli altri due colleghi che formano la terna commissariale. Delibere che annullano delibere. Sul rendiconto 2023 sorgono dubbi ai commissari dopo che vengono pubblicati articoli di Minformo al punto tale da correre ai ripari facendo di nuovo i conti pur di non ammettere che la nostra testata è l’unico “organo politico” che sta dettando l’agenda dei viceprefetti sul territorio.

Dopo il nostro articolo (leggi qui) dove si parlava dell’inefficienza amministrativa nel manutenere il verde pubblico e dell’avanzo disponibile lasciato dai Commissari prefettizi con Delibera n°42 dell’8 Maggio 2024 di circa 4 milioni di euro, i quali non lasciavano alibi ai Commissari sui lavori da fare al manto stradale e alla manutenzione delle scuole, i geni della gestione amministrativa caivanese che pensano bene di fare? Con una nuova delibera – la n°48 del 16 Maggio 2024 pubblicata dopo l’articolo di Minformo – sull’Approvazione della relazione sulla gestione dello schema di rendiconto che di fatto sostituisce la vecchia, rinominando la nuova come nota integrativa, vincolano gli altri circa 4 milioni di euro, lasciando disponibile la risicata somma di € 109.767,49 e facendo risultare una somma vincolata di € 7.304.193,47 a fronte degli € 3.337.995,73 della prima delibera.

Pur di non prendersi la responsabilità di lavorare per il bene collettivo, offrire servizi mai visti in queste lande desolate, come la normale amministrazione di aggiustare, strade, sottoservizi e scuole e pur di costituirsi il solito alibi del “non ci sono soldi” vincolano circa 8 milioni di euro per eventuali emergenze. Ma ad un ente appena uscito fuori dal dissesto, che non presenta alcun debito se non quelli prodotti dalla scorsa amministrazione col solito metodo dei contenziosi, a che serve vincolare una somma così grossa togliendo la possibilità di investire somme di denaro per riqualificare il territorio?

A meno che, anche la responsabilità sulla riqualificazione delle strade, dei sottoservizi, dell’illuminazione e degli edifici scolastici, non la si voglia demandare al Commissario Straordiario Fabio Ciciliano, tutto è niente.

Altrimenti davvero non si riesce a capire il perché di questa scelta. Forse perché da quando ci sono i commissari prefettizi le cifre tra stipendi e rimborsi sono schizzati alle stelle? Ma di questo ne parleremo nel prossimo editoriale. Restate connessi.

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